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Giugno 2025
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MicroKosmos

MicroKosmos
Immagini dagli ecosistemi microbici delle Grotte

Da sabato 5 luglio a domenica 3 agosto

Mostra fotografica a cura di Andrea Benassi
Affiliazione Acheloos Geo Exploring – Società Speleologica Italiana ETS

Il grande naturalista tedesco Alexander von Humboldt, durante la sua lunga spedizione in Sud America all’inizio del XIX° secolo, intuisce per primo la complessità simbiotica e relazionale delle forme viventi.
La vita e il suo ambiente, inteso come parametri climatici, geochimici, diventa un qualcosa da leggere nella sua interezza. Qualcosa che getterà le basi della nostra attuale idea di Natura ed ecosistema. Per definire questa sua importantissima intuizione, intitolerà la sua opera più importante “Kosmos”. La scelta di usare questa antica parola greca κόσμος che in origine esprime il tutto come una forma di ordine e relazione, non e certo casuale, e ci appare oggi più che mai in tutta la sua visionaria modernità.

Tra le molteplicità degli ecosistemi presenti sul pianeta, quelli legati agli spazi sotterranei e alle grotte sono ancora oggi tra i meno conosciuti e descritti. Le peculiarità di questi luoghi, in primo luogo l’assenza di luce solare e quindi di fotosintesi come fonte energetica, li rende spazi dove troviamo catene trofiche e strategie di sussistenza differenti e a volte del tutto inaspettate.
A dispetto di quanto molti possono immaginare gli spazi sotterranei e le grotte sono al contrario luoghi ricchissimi di vita. Una presenza però discreta e spesso del tutto invisibile, dove un ruolo di primo piano è giocato dal grande mondo dei microbi: batteri, archaea e funghi.

Le scienze biologiche negli ultimi decenni, proprio attraverso lo studio del mondo microbico stanno rapidamente riscrivendo le basi stesse della biologia e dell’origine ed evoluzione della vita sulla Terra: una vera rivoluzione.
Le nuove tecniche di metagenomica stanno aprendo la comprensione di fenomeni estremamente complessi, dove la parola d’ordine a cui la vita sembra rispondere e “simbiosi”. Parole come microbioma e microbiota stanno lentamente entrando nel nostro vocabolario comune e lentamente si diffonde la percezione di come per ogni luogo e ogni essere vivente, le basi stesse delle sue possibilità di sopravvivere siano legate ad una pacifica e utile convivenza con il proprio peculiare ecosistema microbico.
I batteri procarioti sopravvivono e sono in grado di colonizzare praticamente qualsiasi ambiente anche in condizioni estreme, proprio in ragione della loro incredibile capacita di creare colonie simbiotiche tra loro e con altre forme di vita. Colonie capaci di creare il proprio ambiente di vita: disgregando rocce, modificando parametri ambientali e ottenendo energia dai processi chimici di ossido-riduzione.

Nelle grotte presenti nel Parco della Vena del Gesso tutti questi ecosistemi, formati da microbi e batteri ambientali assolutamente non pericolosi per l’uomo, sono ben presenti e se osservati con le giuste tecniche, si mostrano in modi spettacolari. Purtroppo la difficolta di osservazione li rende allo stesso tempo ancora oggi ignoti ai più o relegati all’ambito strettamente scientifico e specialistico.
Forme di vita piccole se prese singolarmente, ma allo stesso tempo capaci di occupare e modificare grandi superfici di rocce e pareti, creando arabeschi di forme e colori simili a grandi quadri astratti.
Immagini che per forme e colori ricordano cieli stellati e lontane galassie. Veri e propri intrecci di molteplici vite.

La mostra sarà inaugurata sabato 5 luglio alle ore 17 e sarà visitabile fino a domenica 3 agosto nell’ambito degli orari di apertura della Rocca di Riolo.

Per informazioni
0546 77450 – 335 1209933
roccadiriolo@atlantide.net